La BBS vista da Ambiente-Lavoro 2011
Nella presentazione di un convegno della Fiera Ambiente Lavoro 2011 ho letto questi commenti riguardanti la BBS: “rappresentazioni iper-semplifcate del comportamento umano e delle azioni necessarie non aumentano la possibilità di vittoria”; “La BBS eredita i limiti del comportamentismo”. Affermazioni forti e stimolanti (forse: non sono andato al convegno e quindi non sono in grado di confermarlo) per chi lavora con comportamento e sicurezza.
A convegni della stessa Fiera è stato sostenuto (insieme anche a tante manifestazioni di piena fiducia nella BBS – tra cui anche un RLS) che la “vera” BBS sarebbe unicamente quella descritta nelle pubblicazioni scientifiche della BBS della J. Komaki negli anni Settanta.
Primo commento: spero di non assistere, anche sul fronte della sicurezza, alla lotta tra cognitivisti e comportamentisti; ma le premesse ci sono tutte. Agli amici psicologi dico: abbiamo bisogni di sintesi, non di barricate!
Secondo commento: entrambe le affermazioni non tengono in considerazione e forse ignorano che cosa è diventata e come si è evoluta la BBS oggi. In tal senso consigliamo la lettura dei recenti sviluppi di Geller e Krause (ovvero proprio dei principali studiosi della metodologia), che pur non smentendo il comportamentismo (e il suo approccio fortemente sperimentale) aprono chiaramente la porta a modelli più ampi che tengono in considerazione anche organizzazione (cosa che ho già spiegato al convegno di Ambiente-Lavoro Convention del 2010 – tra le ire degli “scienziati”), personalità, motivazioni intrinseche, percezioni personali (elementi cari alla psicologia cognitiva).
Terzo commento: abbiamo bisogno di rigore scientfico ma anche di aprirci alle evoluzioni. Una posizione che si ferma a metodi di intervento di trent’anni fa, sostenendo che la BBS è solo e unicamente quella, ha poco senso proprio dal punto di vista scientifico (che molti dichiarano di rappresentare fedelmente) in quanto uno dei principali tratti della scienza (si legga Popper) è proprio il suo carattere evolutivo. Dato che queste evoluzioni ci sono state, un servizio corretto alla scienza richiede di presentarle, formulando ovviamente il proprio contributo critico ai fini del miglioramento della teoria scientifica complessiva.
Quarto commento: l’approccio alla BBS comportamentista radicale non fa bene alla BBS e soprattutto ai lavoratori (i quali invece potrebbero essere beneficiari di un metodo in grado veramente di fare del bene come andiamo sostenendo ormai da più di cinque anni): con un approccio radicale ci serviremmo di una tecnica di intervento ormai superata, fortemente integrata e migliorata da buona parte degli stessi ideatori.
In attesa di feedback da parte vostra, un caro saluto da Bologna!